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Venerdì, Maggio 03, 2024

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Il Benessere

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Il benessere, prima ancora che uno stato fisico, è una condizione dello spirito.
L'amenità del luogo, la quiete dell'ambiente rurale, il "silenzio" denso di suoni a cui siamo disabituati (il canto dei grilli, il cinguettio degli uccelli…) contribuiscono a ritrovare pace ed armonia, con noi stessi e con la natura che ci circonda.


Gli equilibri della natura sono tuttavia delicati e fragili e l'intervento dell'uomo, dove non sia guidato dal rispetto e dalla saggezza che viene da esperienze secolari, rischia di produrre guasti irrimediabili.
Abbiamo adottato i metodi dell'agricoltura biologica perché riteniamo che rispondano a quei criteri di rispetto e di saggezza tali da non turbare gli equilibri dell'ecosistema locale.


Così pure, nel ristrutturare la casa colonica, ci siamo posti in un atteggiamento di profondo rispetto nei confronti di chi la costruì e di chi l'abitò: conservando e recuperando tutto ciò che poteva essere conservato e recuperato, e utilizzando per ciò che doveva essere rinnovato i materiali tipici della tradizione del luogo. I materiali di finitura delle superfici sono poi autenticamente ecologici: grassello di calce per l'imbiancatura delle pareti, cere naturali per il trattamento del cotto, vernici a base di oli vegetali per gli infissi. Ciò rappresenta un altro contributo al benessere di chi alloggia nell'agriturismo: una cura disintossicante rispetto all'inquinamento dell'ambiente in cui di solito viviamo.
Per questo ti chiediamo di usare il medesimo rispetto, a comincire da te stesso:

PER FAVORE, NON FUMARE!

Itinerari suggeriti

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Quelli che seguono sono solo alcuni semplici suggerimenti per itinerari  effettuabili a partire dall’agriturismo, alla scoperta del territorio di Pistoia e della Toscana. Ci interessa però ricevere anche i vostri contributi, in cui potrete raccontare la vostra esperienza: potete mandarceli per email all'indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., li valuteremo e, se sarà possibile, li pubblicheremo in questa sezione oppure nella bacheca di questo sito

Suddivideremo questi suggerimenti per aree tematiche di interesse, cominciando da ciò che è maggiormente legato alla storia ed alle caratteristiche peculiari di questo luogo. Per ciascuna delle voci indicheremo - quando disponibili - anche alcuni tra gli eventi che si svolgono nel territorio collegati al tema specifico

  • Scienza

    1. Itinerario Pacinottiano n. 1
      Pistoia, Villa Pacinotti > Pisa, piazza dei Miracoli - Camposanto Vecchio - Museo degli Strumenti per il Calcolo - casa natale di Antonio Pacinotti - Cortile della Sapienza > Pistoia, Villa Pacinotti - (eventuale) visita della villa e visone del documentario "Pacinotti e il secolo dell'elettricità"
    2. Itinerario Pacinottiano n. 2
      Pistoia, Villa Pacinotti - casa paterna di Pacinotti, viale Gramci > Firenze, Museo Galileo - Museo della Specola e Torrino> rientro a Villa Pacinotti, Pistoia - (eventuale) visita della villa e visone del documentario "Pacinotti e il secolo dell'elettricità"
    1. Zoo di Pistoia
      Se siete in vacanza con i vostri bambini non può mancare una visita allo zoo di Pistoia: approfittate della convenzione tra il nostro agriturismo e lo Zoo: potrete ottenere uno sconto sul biglietto di ingresso ed uno sulla nostra tariffa giornaliera!
    2. Collodi e il Parco di Pinocchio

 

Scienza

    1. Itinerario pacinottiano n. 1:
      Pistoia, Villa Pacinotti > Pisa, piazza dei Miracoli - Camposanto Vecchio - Museo degli Strumenti per il Calcolo - casa natale di Antonio Pacinotti - Cortile della Sapienza > Pistoia, Villa Pacinotti - (eventuale) visita della villa e visone del documentario "Pacinotti e il secolo dell'elettricità"
      (prima di intraprendere questo itinerario è opportuno informare il titolare dell'agriturismo, che si incaricherà di contattare il direttore del Museo degli Strumenti per il Calcolo per programmare la visita ai cimeli pacinottiani ivi conservati )

      L’itinerario prende le mosse dalla villa di Caloria a Pistoia, oggi  Villa Pacinotti, la casa dove la famiglia Pacinotti  passava abitualmente i periodi di vacanza.
      Da qui si parte per Pisa, città natale di Antonio Pacinotti.  Giunti a Pisa, sosta obbligata alla Piazza dei Miracoli, complesso monumentale unico al mondo.  A conclusione, visita al Campo Santo Vecchio (così detto perché, secondo la tradizione, contiene la terra del Monte Calvario, portata dall’arcivescovo Lanfranco al tempo delle crociate), splendida opera gotica  al cui interno sono sepolte le personalità pisane più illustri: fra queste, Antonio Pacinotti, la cui tomba è collocata sul lato Nord del Campo Santo.

      Deposizione di una corona di fiori sulla tomba di Pacinotti nel centenario della morte
      (il terzo da sinistra è Giovanni Malatesta, discendente di Pacinotti)

      Nello stesso Campo Santo, nella cappella Aulla è conservata l’originale lampada di Galileo, dalla cui osservazione sarebbero nate le successive esperienze sul pendolo e sulla legge che ne regola le oscillazioni.

      Galileo osserva le oscillazioni della lampada nel Duomo di Pisa
      Tribuna di Galileo, Museo della Specola, Firenze

       Un tempo tale lampada era sospesa nella Cattedrale, mentre quella che ancora oggi si può ammirare nella navata centrale del Duomo, è se pur di poco, posteriore.

      Lasciata la Piazza dei Miracoli, ci si reca al Museo degli Strumenti per il Calcolo, in via Bonanno Pisano 2/B,ove sono oggi conservati, a cura della Fondazione Galileo Galilei, la maggior parte dei documenti e degli strumenti di Antonio Pacinotti. Nella Sala a lui dedicata è esposta la collezione degli strumenti ideati e costruiti dallo scienziato, tra cui la famosa “macchinetta”, il primo modello di macchina dinamo-elettrica reversibile, capace di funzionare sia come generatore di corrente continua che come motore. Le venti macchine esposte rappresentano la testimonianza del contributo dello scienziato all’avvento di quella che possiamo definire l’era dell’elettricità.

      La "macchinetta" esposta al Museo in occasione della mostra
      "Antonio Pacinotti - 100 anni dalla morte (1912-2012)"

       Nel  Museo sono inoltre conservate le collezioni del Dipartimento di Fisica e una ricca collezione di calcolatori, tra cui il grande Calcolatore Elettronico Pisano (CEP).

      Conclusa la visita del Museo si può effettuare una puntata alla casa natale di Antonio Pacinotti, in via Santa Maria n. 24 - ove resta solo una targa marmorea che ricorda lo scienziato -  e alla vicina Sapienza, sede storica dell’Università Pisana,  nel cui cortile è posto il busto bronzeo del nostro scienziato.

      Al rientro a Villa Pacinotti è possibile (se ne resta il tempo e la voglia) effettuare una visita ad alcune delle stanze della villa nella quale lo scienziato trascorse per gran parte della sua vita i periodi di vacanza assieme ai suoi familiari. Alla visita della villa può essere abbinata, su richiesta, la visione del documentario “Pacinotti ed il secolo dell’elettricità” del regista Stefano Nannipieri, dono dell’associazione culturale pisana “la Limonaia” (durata 1 ora).

    2. Itinerario pacinottiano n. 2:
      Pistoia, Villa Pacinotti - casa paterna di Pacinotti, viale Gramci > Firenze, Museo Galileo -Museo della Specola e Torrino> rientro a Villa Pacinotti, Pistoia - (eventuale) visita della villa e visone del documentario "Pacinotti e il secolo dell'elettricità".
      (Itinerario da programmare nei giorni di sabato o domenica, in quanto le visite guidate al Torrino del Museo della Specola – obbligatorie – sono previste solo in quei giorni; il trasferimento a Firenze è previsto in treno).

      Partenza dalla Villa Pacinotti, a Pistoia, in località Caloria, diretti verso  la stazione ferroviaria: raggiunta la frazione di Candeglia, si discende per via Antonelli fino a Porta S. Marco. Alla rotatoria prendere viale Arcadia (3° uscita) che termina con una rotatoria di fronte alla Fortezza S. Barbara, qui svoltare a destra in via F. Ferrucci, proseguendo poi per Corso Amendola e quindi Corso Fedi. Superata piazza Garibaldi il corso prende il nome di Corso Gramsci.  Dopo il semaforo, superato il cinema Lux, si nota sulla sinistra una lapide in pietra serena, a fianco del portone di ingresso del palazzo - che fa angolo tra Corso Gramsci e via della Costituzione. Si tratta della casa natale di Luigi Pacinotti, padre di Antonio.

      La casa natale di Luigi Pacinotti, a Pistoia

      La casa è ora un’abitazione privata, non visitabile. Si svolta a sinistra in via della Costituzione e, al termine, ancora a sinistra in via della Pace (che costeggia le mura urbane). Poco dopo, in piazza Treviso, si volta a destra e poi ancora a destra in viale Pacinotti, seguendo l’indicazione per il parcheggio Pertini, dove potrete parcheggiare l’auto per l’intera giornata con modica spesa. A piedi si raggiunge rapidamente la stazione ferroviaria. I treni per Firenze sono molto frequenti e in una quarantina di minuti vi portano nel centro di quella città.

      Giunti a Firenze, recarsi al Museo Galileo, situato al n. 1 di piazza dei Giudici, sul fianco della Galleria degli Uffizi, verso i lungarni. Il Museo è raggiungibile a piedi con una camminata di 20 minuti o con il bus elettrico C1, direzione Diaz.

      Il Museo, con le sue collezioni, ricche di circa 1000 strumenti, grazie ai sussidi audiovisivi e le dotazioni multimediali interattive vi consentirà un approccio istruttivo e al tempo stesso amichevole al mondo della scienza ed alla sua evoluzione. Presso il Museo vengono organizzate mostre, laboratori didattici ed attività rivolte ai ragazzi ed alle famiglie, specie nel corso dell’anno scolastico.

      Terminata la visita al Museo Galileo, ci si reca al Museo di Storia Naturale della Specola, in via Romana, raggiungibile a piedi in poco più di 10 minuti attraverso il Ponte Vecchio e via dei Guicciardini (passando davanti a Palazzo Pitti e al giardino di Boboli). Il Museo di Storia Naturale ha diverse sezioni: le visite guidate al Torrino, sede dell’osservatorio astronomico presso il quale lavorò Antonio Pacinotti dal 1862 al 1864 in qualità di aiuto del prof, G.B. Donati, hanno luogo solo il sabato, la domenica ed i giorni festivi.

      Torrino della Specola: la sala delle cicogne

      La visita al Torrino è abbinata a quella del salone degli scheletri, ove è esposta una delle più importanti collezioni osteologiche d'italia (INFO : 055 2756444).

      Rientro a Pistoia in serata. Rimanendo tempo e voglia, è possibile concludere la giornata con una visita alle stanze più significative della Villa di Caloria, oggi Villa Pacinotti. Giovanni, proprietario della Villa e discendente di Pacinotti potrà delucidarvi le connessioni tra l’itinerario in oggetto e la vita di Antonio Pacinotti.

 

Arte, musica e cultura

    1. Il Romanico a Pistoia

      • Passeggiata alla Pieve di Valdibure (1 ora circa)
        La pieve di S. Giovanni Evangelista domina, maestosa e solenne, il poggio di Montecuccoli, un centinaio di metri più in alto rispetto all'agriturismo.

        Dalla villa Pacinotti essa può essere raggiunta con l'auto in pochi minuti o, a piedi, con una bella passeggiata di una ventina di minuti. Due sono i percorsi pedonali attraverso i quali è possibile arrivare alla chiesa: qui si suggerisce un percorso circolare che li comprende entrambe e che può rappresentare una breve escursione di circa un'ora alla portata di tutti.

        Uscendo da Villa Pacinotti per il cancellino pedonale posto sul retro della Villa, ci si incammina verso sinistra lungo la via di Caloria, superando la villa Bargioni e la fila di alti cipressi che incorniciano il lato sinistro della via. Al termine dei cipressi la via di Caloria si trasforma in via Gellina e prosegue in lieve pendenza, mentre, sulla destra si diparte con erta salita la via di Caloria e Valdibure, che percorreremo al ritorno.

        La via Gellina, contornata da campi di olivi, attraversa un piccolo agglomerato di case denominato Gello e termina in corrispondenza di un altro gruppetto di case che prende il nome di Vinci. Da qui si diparte sulla destra una strada, ben presto sterrata, che risale verso la Pieve, fiancheggiata nel primo tratto da un piccolo rio. Dopo alcuni tornanti la strada si innesta sulla via di Lupicciano, poco prima del piccolo cimitero di Valdibure. Incamminandosi verso destra sulla via di Lupicciano, superato il cimitero, si raggiunge il piazzale sottostante la chiesa. Un bel boschetto di cipressi fa da anticamera alla Pieve, che si erge maestosa sul piccolo poggio.

        L'intero complesso - ed in particolare il campanile a pianta quadrata e privo di cuspide - rivela la funzione svolta in antichità dall'edificio, ciè quella di chiesa fortificata. La tradizione popolare attribuisce la costruzione della chiesa alla Contessa Matilde, che pure aveva possedimenti nel territorio di Valdibure ed era solita passare da quel luogo per recarsi all'Abbazia di Fontana a Taona, dove risiedeva l'abate Giovanni, suo confessore. Gli storici tuttavia ritengono che su sul luogo esistesse già una chiesa e, prima ancora, una torre di guardia longobarda (successivamente trasformata in campanile), posta a presidio della valle.

        La Pieve è un superbo esempio di chiesa romanica a croce latina, restituita alla sua originaria semplicità e bellezza da un restauro eseguito negli anni '70. Oggi essa è aperta solo in occasione della celebrazione delle funzioni religiose, per cui se ne consiglia la visita alla Domenica, prima o dopo la celebrazione della Santa Messa, che ha luogo alle 9.30 del mattino. Non si manchi di visitare anche il bella corte cinquecentesca a cui si accede passando dietro all'abside: un bel pozzo al centro e una graziosa loggetta appoggiata al corpo della chiesa ne ingentiliscono le forme maestose. Stupenda è poi la vista della vallata che si gode dall'alto del poggio su cui sorge la chiesa.

         Si rientra a Villa Pacinotti attraverso la via di Caloria e Valdibure, che si imbocca sulla sinistra appena ridiscesi dalla chiesa. Il primo tratto, sterrato, è molto suggestivo: si attraversa un bosco di querce, roverelle ed altre essenze tipiche della macchia mediterranea, con un ricco sottobosco in cui spuntano eriche, pungitopo ed altri arbusti.

        Poco oltre la macchia lascia il posto agli olivi, finchè non si giunge alle prime case, da cui si ridiscende per strada asfaltata in ripida pendenza verso il piccolo gruppo di abitazioni che prende il nome di Caloria. La strada si innesta sulla via di Caloria in corrisondenza dei cipressi della Villa Bargioni. Svoltando a sinistra, si è subito al cancellino pedonale di Villa Pacinotti.

      • Chiese romaniche a Pistoia
        Itinerario in costruzione: si rimanda alla scheda Pistoia e lo stile romanico, scaricabile in pdf dal sito della Provincia di Pistoia - Assessorato alla Cultura

    2. Gli organi storici a Pistoia e nel circondario
      Itinerario in costruzione: si rimanda alla scheda Gli organi storici di Pistoia e pianura, scaricabile in pdf dal sito della Provincia di Pistoia - Assessorato alla Cultura

Natura e ambiente

    1. Il padule di Fucecchio
    2. L'eco-museo della montagna Pistoiese

Folklore e manifestazioni

Per i più piccini

    1. Lo Zoo di Pistoia
      Lo Zoo di Pistoia rappresenta una straordinaria attrattiva per i bambini, anche perchè pensato ed organizzato proprio pensando a loro: sono previste attività che trasformano i bambini da semplici spettatori a protagonisti. Ma il divertimento è assicurato per tutta la famiglia, grazie ai due parchi giochi pensati non solo per i più piccini ... Grazie alla convenzione stipulata con lo Zoo, poi, potrete ottenere uno sconto del 10% sul biglietto di ingresso, presentando una nostra cartolina con il timbro dell'agriturismo. Conservate poi i biglietti di ingresso e, di ritorno dalla visita, mostrateceli: per quel giorno otterrete uno sconto del 10% sulla tariffa giornaliera del vostro soggiorno!

    2.  Collodi e il Parco di Pinocchio

Pistoia e i suoi tesori

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Pistoia, città tanto bella quanto finora poco nota, tanto da essere trascurata da diversi tour operator o portali turistici, ha finalmente ottenuto il riconoscimento che meritava, diventando per il 2017 la Capitale Italiana della Cultura. Il video ufficiale prodotto per tale occasione da Fondazione Sistema Toscana, Naturart Discover Pistoia, Fondazione Caript per conto del comitato promotore di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017 è forse la migliore presentazione di questo splendido gioiello toscano:

Pistoia venne fondata in epoca romana su un preesistente insediamento etrusco del VI-Vsecolo a.C.: un cippo funerario etrusco fu ritrovato nel corso del restauro del Palazzo dei Vescovi, in piazza del Duomo.

Fu fin dalle origine un importante snodo viario: l'insediamento etrusco pare fosse il punto di partenza di un'antichissima via transappennica, mentre l'oppidum romano si collocava sulla via Cassia, tra Florentia e Luni (la città romana alla foce del fiume Magra da cui ha tratto il nome la Lunigiana), là dove essa intersecava una via secondaria (forse sul tracciato dell'antica via etrusca) che valicava l'appennino Tosco-Emiliano. Una caratteristica, questa, che si è mantenuta nei secoli fino a tempi molto recenti.

La storia

Della città romana sono rimaste solo poche tracce oltre al nome, Pistorium (o Pistoria o, ancora, Pistoriae), che viene fatto risalire al termine latino pistores con cui venivano indicati gli impastatori di pane, a sottolineare l'importanza logistica della città per il rifornimento delle truppe. L'impianto della città attuale risale invece al periodo medievale, a partire dalla dominazione longobarda, nell'alto medioevo, per assumere la sua forma definitiva, che ancora oggi conosciamo, nel corso del 1300 (per approfondire ...).

Le tre cerchie murarie di Pistoia: 1a, 2a e 3a cerchia

Fu durante il medioevo che furono costruiti alcuni tra i monumenti più significativi della città: le chiese romaniche di S. Bartolomeo in Pantano, S. Giovanni Forcivitas, S. Andrea e, soprattutto, la cattedrale dedicata a S. Zeno, che ha segnato l'inizio del romanico a Pistoia, completata ed arrichita fino ad assumere esternamente l'aspetto attuale nel XIII e XIV secolo.

Il Duomo di Pistoia

Il culto di San Jacopo

Patrono di Pistoia è San Jacopo (l'apostolo Giacomo). La venerazione dell'apostolo, patrono dei pellegrini, ha origini antichissime ed è con tutta probabilità legato alla particolare posizione della città rispetto ai cammini diretti ai luoghi santi: posta ai piedi dell'Appennino, che poteva essere valicato attraverso l'antica via Francesca della Sambuca, e collegata alla via Francigena passante da Fucecchio attraverso il passo di S. Baronto, Pistoia costituiva una tappa pressochè obbligata per i pellegrini.

Già nell'anno 849, come racconta lo storiografo pistoiese Salvi nelle Historie di Pistoia, i pistoiesi ricorsero alla preghiere al santo apostolo perchè la città fosse risparmiata dall'invasione dei Saraceni; scampato il pericolo, elessero S. Jacopo a patrono della città, dedicandogli una piccola chiesa, situata nei pressi della prima cinta muraria, detta S. Jacopo del Castellare, oggi in totale abbandono.

E' nel 1144 tuttavia che il culto di S. Jacopo viene istituito ufficialmente e Pistoia diventa la città Jacopea per eccellenza, l'unica in Italia a conservare una reliquia dell'apostolo. In quell'anno infatti il vescovo Atto di Pistoia - che alcuni vogliono di origine portoghese, altri spagnola ed altri ancora nativo della Toscana - invia a Santiago di Compostela due pellegrini, incaricati di ritirare un prezioso frammento del canio di S. Jacopo, ottenuto in dono dall'arcivescovo di Compostela grazie all'intercessione di un chierico pistoiese, Ranieri, divenuto canonico di Santiago. La reliquia del Santo venne accolta con tutti gli onori e riposta nella cattedrale, dove Atto fece costruire una sontuosa cappella, consacrata nel 1145.

L'altare argenteo di S. Jacopo nella sua sistemazione attuale

L'altare argenteo di S. Jacopo nella sua sistemazione attuale

Da quel momento Pistoia fu meta di pellegrinaggi sia da parte di chi non poteva recarsi a Compostela, sia da parte di chi intraprendeva il cammino di Santiago e si recava a Pistoia per chiedere la protezione del Santo.

Nella cappella dedicata a S. Jacopo fu poi sistemato un altare argenteo che costituisce una delle più pregiate opere dell'arte orafa italiana, a cui contribuì anche il giovane Filippo Brunelleschi. Dopo la demolizione della cappella originaria da parte del vescovo Scipione Ricci nel XVIII secolo, l'altare argenteo ha trovato una degna sistemazione in un'altra cappella della navata laterale del Duomo. La reliquia del Santo, collocata all'interno del Reliquiario di S. Jacopo, opera finissima della bottega di Lorenzo Ghiberti, è invece conservata nell'antica Sagrestia di S. Jacopo, facente parte del Museo Capitolare, cui si accede dal Palazzo dei Vescovi.

Il reliquiario di S. Jacopo


La festa di S. Jacopo

Il 25 luglio Pistoia festeggia il suo patrono, S. Jacopo: i festeggiamenti, che durano diversi giorni, riprendono un'antica tradizione risalente al medioevo e culminano nella Giostra dell'Orso, versione rivista dell'antico Palio di S.Jacopo, che si svolge su di un anello allestito nella Piazza del Duomo. La Giostra dell'Orso è preceduta, qualche giorno prima - il 21 luglio - dalla Vestizione di S.Jacopo che consiste nel coprire con un mantello rosso ornato dei caratteristici nicchi (la conchiglia del pellegrino) la statua di S. Jacopo che svetta sulla destra della facciata del Duomo.

La statua di S. Jacopo con la caratteristica mantellina rossa


La mattina del 25 luglio ha luogo il Corteo Storico in costume medievale, che riproduce la solenne processione che un tempo si svolgeva il giorno della vigilia della festa. Il corteo si snoda lungo le strade del centro che seguono l'antico tracciato della prima cerchia di mura e si conclude con la cerimonia solenne celebrata dal vescovo in cattedrale.


Il Corteo Storico della Giostra dell'Orso


Alla sera, su di un anello appositamente predisposto nella piazza del Duomo, i cavalieri dei diversi rioni cittadini si sfidano in una Giostra che consiste nel colpire ed abbattere, con una lancia, un bersaglio riproducente un orso, simbolo che compare nello stemma della città di Pistoia.


Un cavaliere impegnato a colpire il bersaglio durante la Giostra dell'Orso

 I tesori nascosti

Pistoia è una città tanto bella quanto modesta, quasi fosse gelosa dei suoi tesori nascosti. Eppure anche solo a guardarne il profilo che si staglia contro il cielo si percepisce tutta la sua nobiltà ed il suo fascino.

.... articolo in via di completamento. Ulteriori notizie su Pistoia ed isuoi tesori possono essere reperite presso il sito della Provincia di Pistoia visitando la pagina Bella Pistoia, a cura dell'assessorato alla cultura.

 

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