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Il viaggio del giovane Antonio - 30

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Riassunto delle puntate precedenti: Antonio Pacinotti, accompagnato dal fratello Giacinto, intraprende un viaggio a Parigi, Londra e Bruxelles per documentarsi sui Servizi  Meteorologici di quei paesi, su incarico di Carlo Matteucci. A Parigi il direttore del servizio, il prof. Le Verrier, si rifiuta di riceverlo in quanto inviato dal Matteucci. Questi fa allora spedire una lettera dal Ministero della Marina che attesti che Pacinotti è stato incaricato dallo stesso Ministro. La lettera Ministeriale tarda ad arrivare, per cui Antonio e Giacinto, dopo aver visitato laboratori ed officine, decidono di partire per Londra. Giunto a Londra, Antonio Pacinotti prende contatti con la ditta Negretti & Zambra, produttrice di strumenti meteorologici e con Mr Babington, responsabile per la meteorologia dell'Osservatorio presso il Board of Trade di Londra. Da quest'ultimo Antonio riesce ad ottenere in forma scritta le informazioni che gli interessano. Conclusi gli adempimenti legati alla "missione meteorologica", l'11 agosto i fratelli Pacinotti lasciano Londra diretti a Bruxelles dove giungono il 12. Visitato l'Osservatorio di tale città, diretto dal sig. Quetelet, ripartono subito per Parigi, che raggiungono il 14 agosto. Grazie alla lettera ministeriale, giunta finalmente non senza qualche traversia, le porte dell'Osservatorio di Parigi si schiudono ed Antonio Pacinotti ha modo di documentarsi dettagliatamente sull'organizzazione del servizio meteorologico internazionale parigino e può assistere dal vivo alla formulazione dei "presagi" (le odierne previsioni meteorologiche). Il 25 agosto i due giovani sono a Ginevra, sulla via del ritorno. Ai primi di settembre Antonio è in Italia e, stabilitosi nella villa di Caloria, stila il rapporto sul viaggio e lo invia al prof. Matteucci assieme alla trascrizione delle Istruzioni e Norme per il Servizio: gli errori fatti dal copista e le modifiche introdotte fanno infuriare Matteucci, che comunque incarica Pacinotti della ricezione delle casse degli strumenti, giunte da Londra al porto di Livorno. Constatato il buono stato esteriore delle casse, Pacinotti fa richiedere per l'accettazione l'intervento di un delegato della ditta londinese. Le casse degli strumenti vengono poi caricate su un treno e spedite a Firenze, dove Pacinotti cura la loro sistemazione presso il Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze. Nel frattempo scrive al Preside dell'Istituto Tecnico di Bologna, presso cui riveste l'incarico di insegnamento di Fisica e Chimica, che intende tornare appena possibile il proprio posto di insegnamento.

Come abbiamo visto, Antonio Pacinotti ha ormai deciso di lasciare definitivamente il Servizio Meteorologico della Marina e di riprendere il suo posto di insegnamento presso il Regio Istituto Tecnico di Bologna. Sulla base degli impegni presi, però, è costretto a rimandare il suo ritorno a Bologna perché deve ancora provvedere alla sistemazione degli strumenti e alla loro collocazione nelle stazioni che verranno impiantate presso le Capitanerie di Porto di tutta Italia.
Il 12 ottobre del 1865 Carlo Matteucci gli scrive ricordandogli le scadenze più immediate, che riguardano le modifiche da apportare ai barometri acquistati a Londra ed il completamento della strumentazione ancora mancante.

 Questo il testo della lettera di Matteucci:

Caro Tonino [1]

12 Ottobre 1865

Vi scrivo per ricordarvi di scrivere a Saleron [2] per le provette e di farle spedire subito e di tener dietro il più spesso che potete alla riduzione delle vaschette dei barometri e alla costruzione dei pluviometri.
Quanto ai fogli dei registri da stampare ho fatto alcune correzioni alla bozza riducendola ad un foglio solo e i fogli da stampare devono essere simili al modulo corretto meno che gli spazi devono essere tutti più grandi. Dunque aspettiamo che sia corretta questa bozza e si darà per campione.
Salutate gli amici e tutti a casa

C Matteucci

Sulla medesima lettera troviamo scritta, a matita, la minuta di una lettera di Antonio Pacinotti, indirizzata al preside dell’Istituto di Bologna. Di questa lettera e della relativa risposta del preside riferiremo nella prossima puntata. Qui invece riportiamo la replica di Pacinotti alle sollecitazioni del prof. Matteucci.

 

Tale replica ci è pervenuta sotto forma di una minuta, contenente nel medesimo foglio due successive risposte indirizzate al senatore, una datata 15 e l’altra 16 ottobre. Le riportiamo nell’ordine in cui sembrerebbero essere state scritte sul foglio presente in archivio, ovvero non in ordine cronologico: come se la lettera del 15 ottobre – in cui mancano i riferimenti alle richieste di Matteucci - fosse stata ricopiata da Pacinotti sulla minuta del 16, scritta dopo aver ricevuto la lettera del senatore.

Chiarissimo Sig Prof. e Senatore

Caloria 16 Ott. 1865

Mercoldì prossimo 18 verrò a Firenze per tener dietro, come mi dice di fare, alla riduzione delle vaschette dei barometri ed alla costruzione dei Pluviometri. Ho fatto il disegno di questi ultimi e quando sarò costà lo farò intendere ad uno stagnino che gli possa costruire. Riscontrai nel catalogo del Salleron il prezzo delle provette che occorrerebbero, ma trovandolo 8 franchi cioè assai elevato, e ricordandomi di aver visto tempo indietro graduare delle provette dal Marchi [3] col diamante pensai che prima di scrivere al Salleron mi sarebbe convenuto di vedere se si potessero ottenere in Firenze con più economia. Non so a che punto sia l’affare del dazio che gli strumenti meteorologici dovevano pagare a Livorno, il Verificatore portò le bollette in Dogana e mi disse che al Ministero sarebbe riuscito facile farsi fare l'esenzione dal pagamento. Portò in Dogana anche le bollette riguardanti le 5 casse di Lei dicendomi pure che si sarebbe potuto ottenere l'esenzione trattandosi di roba usata

Uniti ai miei gradisca i saluti del Babbo e degli altri di famiglia.
Nella speranza di presto rivederlo mi confermo suo ____

 

Pregiatissimo Sig/re

Caloria 15 Ottobre 1865

A Firenze sono stati tolti dalle casse ed esaminati tutti gli strumenti spediti dal Sig.re Negretti essi son giunti tutti in ottima condizione ad eccezione di due barometri i piccoli guasti dei quali so che verranno riparati per conto del Ministero poiché è anche possibile che siano avvenuti nel trasporto da Livorno a Firenze; Sicché puòscrivere al Negretti che gli strumenti sono stati trovati in buono stato ed in piena regola. Quando scrive al Negretti mi farebbe grazia di rammentarmi a Lui e di salutarlo da parte mia. Voglia tenermi pel suo ____

Pacinotti scriverà poi effettivamente al Marchi, come propone nella lettera a Matteucci: nell’archivio infatti è presente la risposta di Ulisse Marchi, che qui trascriviamo:

Pregiatissimo Sig. Professore

Ieri sera ricevei una gentilissima sua dalla quale sento le di Lei disposizioni riguardo a quelle misure; sapevo già che il Bizzarri non ne aveva, ed io mi sono dato premura di farne ricerca altrove, ed infatti credo certamente di averle trovate di cristallo di Francia e conterranno un litro, ma nulla ho fissato perché la persona che gli ha, non sa se ne avrà venti, ma lunedì 23 saprò se ha il numero delle misure richieste, ed il prezzo che mi dice costeranno poco: con tutto questo non avendo io fissato nulla farò quello che Lei desidera migliore, cioè se crederà che sieno fatte di zinco come lei mi dice (e che ho inteso benissimo) si possono eseguire, ma credo che costeranno molto più di quelle di cristallo.
In quanto ai barometri ho di già avuto tutti i galleggiantini e nella settimana spero che gli metterò in ordine.
Oggi il Sig. Prof. Donati credo che non lo vedrò, domani gli farò i di Lei Saluti.
In attesa di una sua risoluzione riguardo a quei cilindri, mi comandi e mi creda

Suo Um. e Dev. Servo
Ulisse Marchi

Firenze a dì 22 ottobre 1865

[1] Lettera scritta con la grafia della moglie Robinia su carta intestata del Museo di Fisica e Storia Naturale di Firenze

[2] Salleron, fabbrica parigina di strumenti di precisione per la chimica, fondata da Jules Salleron

[3] Ulisse Marchi, lavorante presso l’Osservatorio Astronomico di Firenze

Il seguito alla prossima puntata