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Il viaggio del giovane Antonio - 3

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Riassunto delle puntate precedenti: 150 anni fa, Antonio Pacinotti, accompagnato dal fratello Giacinto, su incarico del prof. Matteucci, parte per Parigi per studiare il Servizio Meteorologico francese. Giunto a Parigi, si sistema presso il giovane matematico pisano Ulisse Dini ed il giorno stesso partecipa ad una riunione dell'Accademia delle Scienze in cui interviene il prof. Le Verrier, direttore del servizio meteorologico francese.


Il 18 luglio 1865 Antonio Pacinotti scrive da Parigi  al Sen. Carlo Matteucci, riferendogli i contenuti di una conferenza tenuta dal prof. Urbain Le Verrier all'Accademia delle Scienze, in cui l'astronomo francese descrive come il servizio meteorologico da lui diretto elabori i "presagi", ossia leprevisioni meteorologiche. Trascriviamo il contenuto della lettera (dalla minuta ritrovata a Villa Pacinotti):

 Parigi 18 Luglio 1865
Chiarissimo Sig Prof. e Senatore
Ieri mattina verso le 5 arrivammo in Parigi, dopo d’aver visto Lione, trasportammo i nostri bagagli all’Hotel Emperer Joseph poi dopo un po’ di riposo andammo a trovare il Dr. Dini  di Pisa che ora studia in Parigi, sentimmo che nella casa ove esso abita vi era una camera disponibile sufficiente per noi e che ci sarebbe stata affittata per soli 2 franchi al giorno e non esitammo a trasportare in questa i nostri bagagli. Il mio indirizzo adunque è Rue des Grés N. 12.
Dopo d’aver girato un po’ per Parigi andammo alla adunanza dell’Accademia delle Scienze alla quale dopo la comunicazione fatta dal Presidente a bassa voce e una lunga chiaccierata sopra i legami che hanno fra loro le varie scienze il Leverrier disse un discorso relativo alla Meteorologia.
In questo, dopo aver detto che lo scopo attuale è la formazione dei presagi fondati sulle osservazioni, accennò che le osservazioni gli arrivano per telegrafo alle 9 e che al tocco è ultimato il lavoro per dedurne i presagi. Le osservazioni si riducono alla Pressione data dal barometro, alla temperatura, alla direzione e intensità dei venti in stazioni fra loro il più possibile lontane.
Il lavoro che su di esse si compie consiste nella riduzione del barometro al livello del mare trascurando la correzione proveniente dalla differenza delle temperature e nel tracciamento delle curve di ugual pressione trascurando le differenze di tempo nelle osservazioni provenienti dalle differenze di longitudine. In seguito guidandosi con delle relazioni fra le variazioni barometriche e gli andamenti tenuti fino ad ora dalle procelle disse si fa il presagio, per le coste della Francia e per le capitali dei paesi esteri. Ma non si trattenne in delucidazioni.
Disse che il lavoro fatto la mattina si ripete per controllo dalle 3 in poi, e che quasi mai si hanno dei risultati differenti, e che crede azzardati i presagi dati 48 [ore] in precedenza e si limita a 24 ore.
Osservò la necessità di estendere le curve di ugual pressione anche nella superficie del mare, e disse che già il Ministero della Marina e la camera di Commercio hanno accettato le proposizioni da lui fatte a questo scopo. Esso se ben mi ricordo, domanda che in ogni bastimento si segni ad ore determinate sopra appositi moduli la posizione in longitudine e latitudine le osservazioni del Barometro, del Termometro, del vento tanto in direzione che in intensità e dello stato del mare, tali moduli devono essere spediti a Parigi col mezzo della prima posta alla quale il bastimento capita. Anche nello stato attuale i dati importanti per la deduzione delle predizioni solo per la minor parte sono osservati in Francia sicché il lavoro ha il carattere di internazionale, ed egli è grato ai dotti stranieri che gli inviano le osservazioni, per questo ha mutato l’intestazione ai bullettini dicendogli Bullettini Internazionali. Disse che a ciascuno Osservatorio rimandava lo stato generale dell’Europa e le predizioni speciali pel paese rispettivo.
Che in Italia mandava questi dati anche al Ministro della Marina (del quale, se bene intesi, aveva parlato vantaggiosamente nel Moniteur, e che desiderava gettare un velo sopra discussioni dispiacenti [1],  ora che conviene aiutarsi reciprocamente) Sperava che il Portogallo avrebbe stabilito una stazione meteorologica da lui indicata sulle coste dell’oceano e che avrebbe ottenuto risu[l]tato favorevole delle pratiche iniziate a Washington per ottenere le osservazioni della America. In seguito avrebbe desiderato di estendere il sistema a tutta la superficie della terra.
Pare che avesse qualcosa altro da dire ma era tardi e gli a[cca]demici mostrarono desiderio che rimettesse il resto a una altra seduta. Stamani sono andato con Giacinto all’Osservatorio, ma non vi abbiam combinato il Sig.re Leverrier ci hanno detto di tornare stasera avanti le 8, e noi abbiamo lasciato i nostri biglietti e la lettera di Lei e del Donati sigillate[2]. Mi voglia tenere pel suo
   A.P.

[1] nelle prossime puntate capiremo meglio a cosa si riferisca il Le Verrier

[2] a tempo debito pubblicheremo anche queste due lettere


Il seguito alla prossima puntata ...